lunedì 1 novembre 2021

La carica dei celti

Non avevo mai pensato di costituire un esercito di celti in 28 mm. 

Possiedo già un esercito, per altro piuttosto grande, in 15 mm. Dipinto tanti anni fa quando, all'età di 14 anni, cominciai a collezionare i primi antichi in questa scala. Iniziai con tre o quattro blister regalatemi da mio padre. Poi ne acquista alcuni,  mio padre  me ne regalò altri e così via via, strada facendo, fino ai 18 o19 anni quando mi ritrovai con qualche migliaio di antichi dentro le scatole.

E poi, quello che non ti aspetti.




È cominciato tutto quasi come uno scherzo; un blister acquistato per una prova di pittura, un gruppo di cavalieri che mi ha regalato un amico, alcuni blister della first corp ricevuti in cambio pittura ed ecco che le figure si ammucchiano.

Inizialmente non avevo nemmeno tanto chiara l'idea di quanti pezzi avessi messo da parte,  scambiando in conto pittura, o comprando lotti di pezzi su ebay, portavo tutto in cantina, dentro delle scatole, e li lasciavo dormire. E li sono rimasti silenziosamente addormentati, per diversi anni. Quando poi sono andato  a convivere, con quella che è diventata mia moglie, mi sono reso conto che, qualche blister semidementicato, in attesa di essere venduto si è sommato a tanti altri suoi simili, dando vita a veri e propri eserciti. 

E, fra questi eserciti, c'è quello dei Celti, come potete vedere dalle foto pubblicate in questo post, ma anche nel precedente.

E credo di poter dire di aver messo su un esercito di discrete dimensioni; certo, probabilmente non è proprio preciso nei rapporti fissati dagli Army List. dovrei verificare le proporzioni tra le unità.

Ma, al momento, mi sono accontentato di aver realizzato e dipinto tutto quello che avevo. O quasi. Perchè in realtà credo davvero ancora quattro o cinque carri, nascosti in cantina, dentro una scatola che faccio finta di aver dimenticato. 

forse all'interno della stessa scatola potrei trovare anche qualche altro cavaliere. Beh, qualche, credo siano almeno una quindicina, ma ripeto, faccio finta di niente. 

Ma veniamo noi. 

comincia la partita. Sulla sinistra i carri dei Celti si muovono a passo rapido e veloce verso la cavalleria dei Numidi e sul lato opposto, ovvero alla destra dell’esercito dei Celti, la cavalleria sin dal secondo turno impatta con la cavalleria iberica che da ben misera prova del proprio valore. Considerate che su 15 scontri ne perde ben 11 pareggiandone i rimanenti. Tenta il test di morale e abbandona il tavolo a seguito di un misero 1 ottenuto con il lancio del dado.




Lasciamo i cavalieri Celti a riorganizzarsi dopo la carica, torniamo dal lato opposto dove i carri si scontrano con i Numidi. Perdono un paio di carri, infliggono 6 perdite. Le due unità ripiegano per riorganizzarsi e poi tornare a scontrarsi successivamente.







Ma è al centro che abbiamo il colpo di scena. I cavalieri cartaginesi partono alla carica, puntano sugli arcieri dei Celti che, dopo aver superato il test di morale, gli lanciano contro. Ed infliggono ben 4 perdite prima di sparire dal tavolo travolti dal nemico.


I cavalieri piombano sulla fanteria schierata dietro e vengono fagocitati dalla massa della fanteria dei Celti.




Con la cavalleria dei Celti che manovra indisturbata sul loro fianco sinistro e la fanteria avversaria che si fa sotto, tocca ai veterani cartaginesi (foto sopra, figure Aventine Miniature) e iberica (figure Warlord Miniatures), far fronte al nemico. 





Ed ecco qui sopra alcune delle figure che non hanno visto lo scontro in questa partita. Agganciate all’ala destra, hanno seguito i veterani alla loro sinistra nella fase di ripiegamento. 



Beh, che dire. Io ho un esercito composto da nudisti e fanti medi. I pesanti sono molto pochi. Certo ho la cavalleria che scorrazza sul fianco destro e minaccia le spalle dell’avversario, ma uno scontro frontale tra fanterie non mi vedrebbe, di certo, come favorito. Quindi vedere il nemico che mi lascia il campo non mi dispiace, in attesa che torni per una rivincita.



























mercoledì 20 ottobre 2021

Austriaci e italici

 Quella che mi accingo a raccontare è una partita giocata con mio padre tra austriaci e italici del periodo napoleonico.





Gli austriaci sono enormemente superiori, per numero, agli avversari. Pur considerando che al fianco degli italici ci sono 3 battaglioni di napoletani, e che il Regno schiera ben 3 battaglioni della Guardia, a conti fatti l’esercito austriaco risulta avere, in termini di punti un buon 30% in più rispetto agli avversari.

La voglia di giocare con tutti i pezzi disponibili è però tanta, e in fondo non è detto che chi ha tante figure debba sempre vincere, tanto più che, per riequilibrare le parti, decidiamo di rendere gli italici e i napoletani tutti veterani, così da conferire loro un maggiore valore quando effettuano i test di disciplina.

Ed ecco che la partita ha inizio. 






Gli italiani si concentrano a sinistra , forti di ben 4 battaglioni e 2 batterie, lasciano in riserva i battaglioni della guardia, schierati leggermente più verso il centro. E cominciano così l’attacco al villaggio del sud Tirolo (tipici gli edifici con tetto spiovente , poco credibili come case della pianura padana….). Di fronte si trovano i battaglioni ungheresi, molto numerosi, che manovrano poco e male a causa dello spazio ridotto, e che presto cadono vittime del tiro delle artiglierie avversarie.




Le perdite si fanno subito importanti. I battaglioni tedeschi e quelli ungheresi, schierati su file successive, subiscono l’effetto delle palle piene che, rimbalzando tra i battaglioni, mettono fuori gioco numerose figure. Con l’aggravio del morale dei battaglioni che, subendo perdite per più turni senza infliggerne, comincia a vacillare.

Per fortuna però ci sono gli artiglieri austriaci. Che non azzeccano un lancio di dado. E che quindi sono importanti, ma per l’avversario, che li ringrazia sentitamente.





Per fortuna, sul lato opposto del tavolo, ci sono i cavalieri austriaci. Più precisamente ci sono i dragoni che caricano e disfano i cavalleggeri napoletani, impattano sui fanti del 5’ di linea (sempre di Napoli) e ingaggiano un feroce corpo a corpo, fino a metterli in fuga.





Meno bravi sono gli ussari austriaci che, caduti vittima del cannone napoletano subiscono perdite per due turni successivi e quando affrontano gli ussari nemici… beh, diciamo che non danno brillante prova delle loro capacità. Ma in fondo non li si può biasimare. Sono alla prima battaglia e poi sono soldatini di plastica che affrontano i veterani della Mirliton, in piombo, usciti da mille battaglie. Insomma i due reggimenti si eliminano a vicenda.

Ma al centro gli austriaci hanno ancora tante riserve fresche da gettare nella mischia. I fanti della Wargames Foundry sostituiscono gli ussari nello schieramento, seguiti dai Front Ranking, aprono il fuoco sui leggeri di Napoli e poi li caricano alla baionetta. Forti di una enorme superiorità numerica scacciano gli avversari e rompono il centro avversario. Solo gli artiglieri napoletani riescono a metterli in difficoltà, con un paio di bei tiri li colpiscono infliggendo perdite proprio mentre sono in disordine dopo la carica. E con lo stesso tiro vanno a segno anche sull’unità che segue. Lo sfondamento al centro entra in crisi.




Ma è a destra (destra austriaca) che avviene l’imprevisto. Gli italici continuano a spingere, ma gli austriaci ottengono spazio per dispiegarsi, e i loro artiglieri cominciano a capire come si carica un cannone. Il secondo di linea italico perde tra fuoco di artiglieria e fucileria ben sei figure in un turno, deve ripiegare. Urta il Secondo italico, che testa ed ottiene 1. Clamorosa colpo di scena. 

Un colpo di fortuna direte voi, no, mia moglie che lancia il dado al posto mio, vi rispondo.
E mio padre cede le armi di fronte alla potenza della nuora. Conscio che la cena la prepara Lei, preferisce lasciarle partita vinta. 

Forse non tutti i Generali lo avrebbero fatto, ma i suoceri saggi, si.


lunedì 18 ottobre 2021

Naismith design 25mm

 Per chi non lo avesse ancora capito, mi piacciono i soldatini in 25mm. Quelli in 28mm sono belli, ben scolpiti, incisi benissimo, pieni di dettagli. Ma sono quelli in 25 mm che ho sognato da bambino sui cataloghi, quando internet non c’era, i soldatini non si vedevano in foto, si sognavano sulla base della descrizione. E certe volte prendevamo certe cantonate… a Roma si dice sole, nel senso di fregature. Sognavi figure plastiche, uniformi ben riprodotte ed incise altrettanto bene. E poi, quando arrivavano, dopo un paio di mesi, la parte più bella era la scatolina o la bustina.





E quindi ecco 8 belle figure di persiani della Naismith, 3 arcieri della stessa ditta (di cui uno privo di arco), un greco della Hincliffe ( si vedono le gambe rachitiche, la posa da scoliosi e la tunica rigida? Classico caso di sogno su catalogo e mezza delusione quando ti capita di ammirarlo) e un fromboliere della…della… Qualcuno mi può aiutare? Non so chi lo abbia prodotto. Aiuto!! Grazie!


Coloniali italiani

Ed eccomi ancora a pubblicare le foto della fanteria italiana, realizzata con i fanti della Warlord e della Perry, con, in ginocchio, dipinti con l’uniforme ocra, 12 figure della Empress Miniatures.

E con molta pazienza e l’aggiunta di colla vinilica e scottex, ecco a voi costruite le piume dei bersaglieri e la piuma del Cacciatori d’Africa.





E poi aggiungiamo il comando della fanteria che ho realizzato in passato.



E a questo punto ecco i Cacciatori d’Africa




E, rullo di tamburi, ecco la fanteria e i bersaglieri con l’uniforme post 1890.









Mancano le bandiere, ma non temete, arriveranno!

Airfix H0

Breve momento Amarcord, o nostalgico che dir si voglia. Non so voi, ma io ricordo centinaia di partite giocate con questi soldatini. Ho 43 anni, ma ricordo benissimo quando, da bambino, giocavano con i soldatini di papà, i miei fratelli ed io.







Non so dire quante volte ci siamo litigati i tedeschi, con il loro cannone anticarro, o gli inglesi perché:

“La radio la voglio io!”

Ed oggi, a distanza di tanti anni, finalmente ho potuto ricomprarli. Anzi, li ho comprati, non ricomprati. E mi sono reso conto che, in effetti, non sono belli, non sono ben incisi, ma erano e sono i primi soldatini di papà. E quindi mi piacciono.