Quella che mi accingo a raccontare è una partita giocata con mio padre tra austriaci e italici del periodo napoleonico.
Gli austriaci sono enormemente superiori, per numero, agli avversari. Pur considerando che al fianco degli italici ci sono 3 battaglioni di napoletani, e che il Regno schiera ben 3 battaglioni della Guardia, a conti fatti l’esercito austriaco risulta avere, in termini di punti un buon 30% in più rispetto agli avversari.
La voglia di giocare con tutti i pezzi disponibili è però tanta, e in fondo non è detto che chi ha tante figure debba sempre vincere, tanto più che, per riequilibrare le parti, decidiamo di rendere gli italici e i napoletani tutti veterani, così da conferire loro un maggiore valore quando effettuano i test di disciplina.
Ed ecco che la partita ha inizio.
Gli italiani si concentrano a sinistra , forti di ben 4 battaglioni e 2 batterie, lasciano in riserva i battaglioni della guardia, schierati leggermente più verso il centro. E cominciano così l’attacco al villaggio del sud Tirolo (tipici gli edifici con tetto spiovente , poco credibili come case della pianura padana….). Di fronte si trovano i battaglioni ungheresi, molto numerosi, che manovrano poco e male a causa dello spazio ridotto, e che presto cadono vittime del tiro delle artiglierie avversarie.
Le perdite si fanno subito importanti. I battaglioni tedeschi e quelli ungheresi, schierati su file successive, subiscono l’effetto delle palle piene che, rimbalzando tra i battaglioni, mettono fuori gioco numerose figure. Con l’aggravio del morale dei battaglioni che, subendo perdite per più turni senza infliggerne, comincia a vacillare.
Per fortuna però ci sono gli artiglieri austriaci. Che non azzeccano un lancio di dado. E che quindi sono importanti, ma per l’avversario, che li ringrazia sentitamente.
Per fortuna, sul lato opposto del tavolo, ci sono i cavalieri austriaci. Più precisamente ci sono i dragoni che caricano e disfano i cavalleggeri napoletani, impattano sui fanti del 5’ di linea (sempre di Napoli) e ingaggiano un feroce corpo a corpo, fino a metterli in fuga.
Meno bravi sono gli ussari austriaci che, caduti vittima del cannone napoletano subiscono perdite per due turni successivi e quando affrontano gli ussari nemici… beh, diciamo che non danno brillante prova delle loro capacità. Ma in fondo non li si può biasimare. Sono alla prima battaglia e poi sono soldatini di plastica che affrontano i veterani della Mirliton, in piombo, usciti da mille battaglie. Insomma i due reggimenti si eliminano a vicenda.
Ma al centro gli austriaci hanno ancora tante riserve fresche da gettare nella mischia. I fanti della Wargames Foundry sostituiscono gli ussari nello schieramento, seguiti dai Front Ranking, aprono il fuoco sui leggeri di Napoli e poi li caricano alla baionetta. Forti di una enorme superiorità numerica scacciano gli avversari e rompono il centro avversario. Solo gli artiglieri napoletani riescono a metterli in difficoltà, con un paio di bei tiri li colpiscono infliggendo perdite proprio mentre sono in disordine dopo la carica. E con lo stesso tiro vanno a segno anche sull’unità che segue. Lo sfondamento al centro entra in crisi.