Ed eccoci di nuovo sul tavolo da gioco. Ancora una volta con l’esercito normanno che già avete avuto modo di vedere schierato, contro i carolingi, anche questi già visti, ma rinforzati da una dozzina di fanti e altrettanti arcieri.
I normanni si schierano in modo anomalo per loro (storicamente parlando) con tutta la cavalleria a destra e, al centro, la fanteria media e pesante. I tiratori costituiscono uno schermo protettivo di 4 unità i balestrieri a destra e gli arcieri al centro e a sinistra.
I franchi optano per uno schieramento classico: due unità di cavalleria a sinistra, altrettante a destra. Al centro 3 unità di fanti pesanti. I tiratori, una trentina di figure divise su 2 unità, davanti al centro e all’ala destra.
Alla destra i cavalieri franchi avanzano verso il nemico, un’unità dietro l’altra. E sono i balestrieri normanni che, sin da subito, decidono la partita. 12 colpi: i primi quattro falliscono, i successivi 4 eliminano 4 figure(!); gli ultimi 4 solo 1. Conclusione: tolgo ben 5 figure sulle 12 avversarie. Una specie di miracolo.
Al centro lo scontro dei tiratori favorisce ancora i normanni, ma più per la superiorità numerica che non per la maggiore fortuna con il dado.
Il secondo turno vede sparire i cavalieri alla destra (la 1° unità) e gli arcieri del centro sotto i colpi normanni.
Alla destra le cavallerie si affrontano. I normanni tentennano, causa dado, a far valere la propria superiorità numerica. I carolingi riescono invece, con una serie incredibile di 6 a fermare il nemico.
Ma è sempre alla sinistra che si decide la partita. La seconda unità di cavalleria carolingia si lanciano in carica. Subisce il tiro dei balestrieri, perdendo due figure, travolge i tiratori normanni che cancella, e poi impatta sui fanti medi. E qui accade una di quelle cose che solo il dado può causare. Infligge 5 perdite ai normanni, ma ne subisce altrettante!
I cavalieri sbandano, lasciando l’ala destra completamente sguarnita. Con il centro sotto pressione, a causa dei fanti normanni che si fanno sotto e la sinistra che traballa, l’esercito dei carolingi inizia a ripiegare.