Come avrete capito, gli scontri equilibrati non ci piacciono.
Vista del tavolo… in fase di schieramento
È più bello mettere assieme quello che si vuole e dare inizio al gioco. Anche perchè pensare di schierare forse equilibrate nella seconda guerra mondiale, risulta piuttosto complesso.
Il regolamento è quello del Casali, dal libro Battaglie in Miniatura, ed. Mursia, abbondantemente rimaneggiato e modificato. I profili di molti carri e di molti veicoli è stato creato da me, così come io, ho rettificato il regolamento rendendolo a mosse alternate.
Confesso di aver stravolto anche il sistema di tiro dell’ artiglieria: nella versione originale si usava una “Rosa dei Venti” per individuare dove cadeva il colpo rispetto all’obiettivo.
Io ho preferito adottare un sistema analogo a quello presentato da Tolomei in “Il gioco della Guerra”.
Comunque, forti dell’esperienza maturata, in termini di regolamento, nella partita tra francesi e tedeschi, ci siamo lanciati in un gioco molto più vasto, in termini di forze.
Però siamo anche in 4 a giocare: mio padre e Francesco conducono le Forze dell’Asse
Mio fratello ed io al comando degli Alleati.
I primi a giocare siamo noi, la mia unità “celere” si muove lungo la strada sinistra: partono le Daimler, seguiti dalle camionette Chevrolet carichi di sudafricani, in nemico risponde con il movimento della colonna sottostante.
Si susseguono il fuoco della nostra artiglieri pesante, che manca l’obiettivo, della loro che colpisce la colonna dei miei Valantine e dei Churchill.
Lo scontro si accende intorno alle case, con le fanterie che si affrontano anche in coro po a corpo.
Sono i pezzi da 88mm italiani a dominare la scena: schierati in prima linea respingono le blindo, fermano i Matilda, battono la fanteria indiana appostata nello Uadi!
Dall’altro lato, invece, i Miei A13 ed A9 superano la collina coperta di palme, ridiscendendo il pendio sotto il fuoco dei Pzkpf III e IV, che affrontano in velocità (battutaccia: muovono 9 cm contro i 23 avversari!), ne distruggono 2 e immobilizzano un terzo.
Nel frattempo i 12lb inglesi centrano PaK40 avversario, che però fa in tempo a distruggere un mio Valantine, unico sopravvissuto al fuoco di sbarramento dei 122mm italiani.
Meravigliosa l’avanzata dei carri italiani: M13/40, M11/39, 75/18, L6, tutti carri che avanzano in formazione, perdendo ogni turno un pezzetto sotto il fuoco avversario, ma ciò non di meno vanno avanti. E non si fermano nemmeno gli artiglieri italiani il 75/18 della Strelets spara, colpisce, blocca i cingoli, compie miracoli, finchè il Bishop con il suo obice non lo riduce al silenzio.
Il Marder invece delude molto, al pari dei SiG33 dei due Bison II. Si, ne abbiamo schierati ben 2 a fronte dei 12 (mi pare) prodotti.
Anche migliore la performance delle blindo AB41, schierate al centro del tavolo, sono avanzate sulla collina ed hanno cominciato a sparare con il loro pezzo da 20mm. Non hanno colpito nulla. Ma proprio nulla. E nessuno le ha colpite, sembravano quasi non esistere.
Sotto li Stuart della Plastic Soldier, e il dorso delle carte che ho creato per semplificare la ricerca dei dati dei veicoli.
Che bella partita! Conclusa in circa 3 ore, ha visto la vittoria di misura degli alleati. Menzione particolare per i fanti francesi che avrebbero dovuto seguire l’azione degli A9 e A13 (foto sopra).
Le figure della Strelets, al loro primo combattimento, subite le prime perdite, causate dai veterani italiani della Mirliton e dell’Airfix, hanno lasciato il campo con ignominia!
Molto meglio si sono comportati i pezzi dell’Africa Korps dell’Airfix 1° e 2° serie: non hanno mai vacillato, tenendo il campo fino alla fine, per ripiegare poi con ordine e disciplina. D’altronde 50 anni di gioco hanno il loro peso nel lancio del dado.
Per non generare dubbi, mio padre posizionava i cannoni al traino direttamente sul cassone del mezzo. Per me barava: permetteva ai suoi cannoni di vedere meglio il mio schieramento…