Dopo quasi tre anni, torno a giocare con Wharhammer vers. 8.
Piccolo scontro con 1600 punti per parte, il divieto di usare gli oggetti, e grandi eroi: non ci ricordiamo le regole di base, se aggiungiamo anche gli oggetti finisce male!!
Non vi sto a raccontare le disposizione e i movimenti delle unità, quello che vi dico è che ho puntato la vittoria su due elementi: il primo è costituito da miei scheletri. Truppe base, poco costose, capaci di ‘resuscitare’, capaci di bloccare le unità forti avversarie. Il secondo elemento forte è il mio Vampiro a cavallo di un costrutto.
Alla fine le truppe scheletriche si rivelano fondamentali perché, essendo 70 figure su tre unità, occupano gran parte del tavolo da gioco. E bloccano i movimenti dei sauri. Un grande contributo lo danno i Varghaist che, volando arrivano quasi dappertutto, ma, il colpo fatale, lo infligge la banshee che, con un urlo da 10 con 2d6, fa implodere il bastilodonte con macchina solare.
Menzione tra i nemici va ai cavalieri su nagarronte che, pur impattando su un nemico ostico come 30 scheletri, si battono ferocemente e con valore, eliminando sempre gli stessi avversari che si ricostruiscono.
Delusione? I vampiri che, per tutta la partita non riescono a fare la differenza. Uno impegnato in duello con Chakax, l’altro, intento a svolazzare sul suo incubo alato, colpisce alle spalle le lucertole, ne elimina diverse ma… come mago è da dimenticare.
Comunque, netta vittoria dei vampirotti che, a cena, festeggiano con arrosto di lucertola.