Piccola e doverosa premessa. Un lettore mi ha scritto in privato e, con molta gentilezza e cortesia, mi ha fatto notare come, apparentemente, il mio dipingere manchi di un apparentemente ordine. Passo, quasi senza continuità, dai 15 ai 28, poi torno ai 20mm, per montare due carri armati, e poi giocare con i samurai. Ha ragione. Apparentemente la mia produzione è priva di qualsiasi filo logico. Ma in realtà il mio passare da una scala all’altra, da un periodo ad un altro, è diretta conseguenza di due fattori.
Il primo, a me piacciono i soldatini. Tutti, in tutte le scale e di tutti i periodi. Adoro le vecchie incisioni degli anni ‘70, forse perché mi ricordano la mia infanzia, o forse perché ne apprezzo le linee semplici e senza tanti fronzoli, quasi fanciulleschi nel loro essere privi di dettagli. Mi piacciono però anche i pezzi più recenti, ricchi di particolari ed enfatici nel panneggio e nella loro ridondanza, perché offrono la possibilità di una pittura più ricercata e complessa. E, non nascondiamoci, di potersi autoincensare a lavoro completato.
Secondo. Mi piace cambiare. Dovessi dipingere coloniale o medioevale per tre mesi, credo che cambierei hobby. Mi annoierei in maniera incredibile. Un mio difetto è non essere capace di considerare un periodo storico, o un esercito, veramente completo, c’è sempre un’unità da aggiungere. Questo comporta che non ho una propensione a creare un programma di pittura finalizzata a giocare una campagna o alcune partite. Gli eserciti sono in perenne evoluzione, quindi ne dipingo sempre qualche pezzetto nuovo.
L’unico ordine logico nella mia produzione è, quindi, dettato dall’estro del momento. Questo post ne è la dimostrazione più lampante. Ho esaurito, in una mattinata, un intero barattolo di matt30 della Humbrol, realizzando le basette di non so bene quante figure. E mi sono divertito a farlo!